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La televisione come medium privilegiato, nella sua età dell'oro vissuta da almeno tre generazioni di italiani, è al tramonto. L'età media degli spettatori delle reti generaliste è sopra i sessanta e le generazioni più giovani hanno progressivamente spostato l'attenzione su altre declinazioni audiovisive, dalla pay tv allo streaming, all'on demand, al download più o meno legale, dedicando l'attenzione a forme interattive di fruizione audiovisiva. Quasi settant'anni di trasmissioni Rai e oltre quarant'anni di liberalizzazione dell'etere meritano però qualche riflessione in articulo mortis: quella televisione ha assolto a un ruolo fondante dell'identità nazionale, in particolare di quella linguistica e culturale. "C'era una volta il monoscopio" racconta questa complessa macchina che ha plasmato il nostro immaginario, intrecciando l'incontro con i pionieri di quell'epopea a schede tecniche che storicizzano le innovazioni tecnologiche. Nell'analisi di questo medium, gli aspetti produttivi vengono normalmente sottostimati; proprio la tecnologia ha invece fornito le potenzialità per lo straordinario sviluppo linguistico e la spettacolare penetrazione popolare della televisione.